IL CINCHIALE
Data la diffusione del cinghiale in quasi tutti i paesi della Terra, specialmente in Europa, pressoché tutte le culture lo hanno preso a riferimento come animale sacro o dal forte valore simbolico.
A partire dalla tradizione induista, fino ad arrivare a quelli nordici e orientali: presso tutte queste culture il cinghiale rappresenta l’energia della ferinità selvaggia e il coraggio indomito.
Nella mitologia greca il cinghiale fu la quarta prova che l’eroe greco Ercole, figlio di Zeus e Alcmena, dovette affrontare. Dopo aver imprigionato la cerva del Monte Cerineo, in passato sfuggita anche alla dea Artemide, fu inviato dal Re in Arcadia per catturare vivo l’Erimanto, un selvaggio e indomito cinghiale di enormi dimensioni, con zanne grandi quanto le braccia di un uomo, che stava terrorizzando l’intera provincia. Naturalmente Ercole riuscì nell’impresa.
Data l’enorme diffusione in Europa (e in Italia) di quest’animale, è normale che esso sia stato utilizzato come simbolo dalle antiche popolazioni del vecchio continente: lo troviamo, infatti, presente nei vessilli dei Romani per rappresentare la legione Legio XX Valeria Victrix; in numerosi stemmi medievali è raffigurato, sia su tela che in forma scultorea, in opere che si rinvengono nelle cattedrali di tutta Europa; in Italia troviamo forme scultoree in moltissime cattedrali, specialmente in Toscana.
Varie leggende circa la fondazione di città toscane, tra cui Pisa, sono riconducibili al mito del cinghiale bianco.
Nella tradizione post medievale europea il verro selvatico fu accostato varie volte al diavolo e in particolare a Satana, conferendogli un significato negativo legato al peccato originario, alla lussuria, alla carnalità e alla bestialità
Scheda tratta da RIFUGIANDO n°18 di Dicembre 2020.
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