Schede tecniche dei mammiferi autoctoni

LEPRE

Nome scientifico: Lepus capensisLepus Europaeus
Ordine: Lagomorfi
Famiglia: Leporidi

 

Caratteri distintivi:
lunghezza testa–corpo 480-700 mm, coda 74-110 mm; piede posteriore 110-160 mm; peso: 2,5-6,5Kg.
Corpo slanciato, compresso lateralmente, testa piuttosto piccola ben distinta dal corpo, occhi grandi; orecchie lunghe; coda moderatamente sviluppata, superiormente nera.
Arti posteriori più lunghi degli anteriori.
Struttura generale adatta alla corsa e al salto.
Pelliccia piuttosto soffice, colore dominante fulvo grigiastro con tinte nerastre sul dorso; parti inferiori ed interne degli arti biancastre, punta delle orecchie nera.

Habitat:
collina, montagna fino a 2.000 m di altitudine, in diversi ambienti quali campi coltivati ma anche boschi, soprattutto di latifoglie, brughiere e dune.

Abitudini:
prevalentemente notturna, in situazione tranquilla esce dal rifugio anche in pieno giorno. Sedentaria e solitaria, non si allontana mai dal proprio territorio.
Corre velocemente e a lungo, spicca lunghissimi salti, nuota in caso di necessità; possiede udito e olfatto molto fini.
Il rifugio consiste in un leggero incavo del terreno in luogo riparato e asciutto, seminascosto da massi e cespugli. Il rifugio viene cambiato di tempo in tempo, in inverno è in zone più soleggiate ed è più profondo.
Si alimenta con vegetali freschi ma anche secchi, barbabietole, semi e cortecce di alberi.
Il periodo riproduttivo è spesso esteso a tutto l’arco dell’anno, con 3-4 nidiate; dopo una gestazione di 42 giorni nascono 2-4 piccoli di 110-130 gr., completamente ricoperti di pelo, con denti e con occhi aperti; vengono svezzati dopo 3 settimane, diventano indipendenti a un mese.
La maturità sessuale è raggiunta a 6-8 mesi.
Può vivere, in natura, fino a 4-6 anni, eccezionalmente fino a 12-13. E’ predata da carnivori, soprattutto volpe, martora, faina, donnola, gatto selvatico, da molti falconiformi e strigiformi.
Note: a causa dei massicci ripopolamenti a scopo venatorio attuati nel nostro paese si sono verificati veri e propri “inquinamenti genetici” delle popolazioni autoctone con soggetti importati da altri paesi.

Scheda tratta da RIFUGIANDO n°8 di Aprile 2018.
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