LA CIVETTA
La civetta è simbolo della saggezza, della sapienza ancestrale, ma, a causa delle sue abitudini notturne, ha assunto nella cultura popolare accezioni negative legate all’oscurità e al diavolo.
Atena, la dea greca della sapienza, veniva rappresentata con una civetta (o un gufo) appollaiata su una spalla.
Per altre culture, però, la civetta era un simbolo di negatività e di malasorte: presso gli Egizi si credeva che il verso della civetta profetizzasse la morte e rappresentava la notte e l’oscurità, gli Aztechi l’associavano al dio dell’oltretomba, per i Romani simboleggiava la morte, nella cultura cinese era associata al dio del tuono, in quella giapponese era considerata portatrice di fame e di malattie.
In altre culture si attribuiva alla civetta un significato differente a seconda del periodo del giorno nel quale faceva la sua comparsa: se questa avveniva di giorno, indicava morte e disgrazie in arrivo, ma, se avveniva di notte, era a tutti gli effetti un presagio di buona fortuna.
Durante il periodo medievale la civetta fu associata alla stregoneria: era credenza diffusa che le streghe si servissero di questi uccelli (considerati loro demoni, come il gatto) per realizzare malvagi sortilegi.
Le streghe pare avessero la capacità di trasformarsi in civette per girare indisturbate nella notte in cerca di erbe velenose, per spiare le persone, per cacciare animali (soprattutto topi, rospi e pipistrelli) che sarebbero serviti loro per realizzare diabolici filtri.
Alcune parti del corpo delle civette, come ad esempio le piume, il cuore, le zampe, le ossa e gli occhi, venivano usate dalle streghe (e non solo) come potenti amuleti e talismani.
Addirittura, in magia nera, c’è che ne imbalsamava il corpo intero.
Scheda tratta da RIFUGIANDO n°13 di Ottobre 2019.
Per leggere il giornalino completo premi questo link.